Esso può essere inteso come «stato di benessere» che consente alle persone di realizzare il proprio potenziale, affrontare le normali difficoltà della vita, lavorare in modo produttivo e svolgere un ruolo positivo nella comunità.
Studi recenti (pubblicati su PubMed, PsycINFO, Scopus, Cochrane CENTRAL, CINAHL ed ERIC, tra 2004 e 2014) hanno dimostrato che privilegiare azioni e comportamenti utili a radicare l’efficacia dei fattori protettivi, cioè la capacità di gestire lo stress, di aumentare la soglia di resilienza (la facoltà di resistenza e adattamento positivo a situazioni critiche) contribuisce considerevolmente alla riduzione dei fattori di rischio. Questo è il compito dello psicologo e ciò favorisce la prevenzione (radicamento dei fattori preventivi) e ostacola la possibilità di sviluppare malattie mentali.
La salute mentale è uno stato di benessere emotivo e psicologico nel quale l’individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali, esercitare la propria funzione all’interno della società, rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, partecipare costruttivamente ai mutamenti dell’ambiente, adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni.