Dentro di noi, possediamo tutte le risorse di cui abbiamo bisogno per far fronte alle nostre sfide evolutive
Milton H. Erickson
Cos’è il Sostegno Psicologico
Il sostegno psicologico, tra i vari strumenti del cruscotto dello psicologo, è il risultato dell’analisi complessa di diversi elementi.
È normale per chiunque attraversare momenti, più o meno gravosi, di stress, di ansia, di depressione. Tuttavia, tali stati d’essere possono essere mal gestiti o l’accavallarsi di problemi diversi possono innescare dei blocchi nei processi mentali ed emotivi tali da impedire alle risorse personali di risolvere il problema.
Il Sostegno Psicologico è sempre preceduto dall’attività di analisi e di studio della problematica ed è finalizzato al supporto della persona nelle situazioni di vita in cui vi è in atto una crisi o un disagio che interferiscono negativamente con il regolare svolgimento delle attività quotidiane.
Il sostegno psicologico ha come finalità quella di illustrare e indicare la via più breve e affidabile per imparare a gestire la crisi, individuare e sviluppare le capacità di problem-solving che la persona ha già in sé (risorse personali), ma che non riesce a mettere in gioco perché travolto dalla sofferenza.
⇒ L’obiettivo è quindi:
• uscire subito dalla crisi;
• migliorare l’autostima, ampliare l’orizzonte delle possibilità che al momento è certamente ristretto;
• attivare e valutare le possibili soluzioni che possono modificare l’attuale stato di crisi;
• nel caso di situazioni immodificabili (ad esempio una malattia cronica), trasformare il dolore e la rabbia per favorire un nuovo modo di vivere al meglio la propria vita.
Un altro indicatore presente nel cruscotto dello psicologo è quello che segnala l’intelligenza emotiva, che è assai diverso dal più noto Quoziente Intellettivo (IQ).
L’ Intelligenza Emotiva si riferisce alla capacità di identificare e gestire le proprie emozioni e quelle degli altri.
⇒ Molti ricercatori affermano che l’intelligenza emotiva presuppone almeno tre abilità:
• consapevolezza emotiva o capacità di identificare e nominare le proprie emozioni;
• la capacità di trarre benefici (dalle emozioni) per risolvere i problemi;
• l’abilità di gestire le emozioni comprende sia l’auto controllo (delle proprie emozioni) sia l’essere disposti ad accogliere l’aiuto degli altri.
Non esiste un test psicometrico validato, tuttavia negli ultimi anni, alcuni datori di lavoro hanno persino incorporato test di intelligenza emotiva nei colloqui pre-assunzione, sulla base della teoria che qualcuno con un’intelligenza emotiva elevata ha migliori possibilità per diventare un leader.
Fortunatamente, queste abilità possono essere affinate.
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Nel cruscotto dello psicologo non può mancare la conoscenza adeguata del Linguaggio non-verbale.
Comunicazione e Utilizzo del linguaggio non verbale
Quando parliamo di “comunicazione”, spesso intendiamo “ciò che diciamo attraverso il linguaggio”: ovvero le parole che usiamo. Tuttavia, la comunicazione interpersonale è molto più del significato esplicito delle parole. Essa include anche messaggi impliciti, intenzionali o meno, che sono espressi attraverso i comportamenti o espressioni “non verbali”.
La comunicazione non verbale comprende le espressioni del viso, il tono e l’intonazione della voce, la gestualità (cinetica), i tempi di reazione, la strumentalizzazione della parola e diversi altri fattori.
Questi segnali non verbali possono fornire indizi e ulteriori informazioni e significato oltre alla comunicazione orale (verbale). In effetti, è noto che circa il 70-80% della comunicazione non è verbale!
Trasmettere informazioni sullo stato emotivo
L’espressione facciale, il tono di voce e il linguaggio del corpo possono spesso “dire” alle persone esattamente come ti senti, anche se hai appena pronunciato una sola parola. Possiamo sapere come si sentono le persone dalla loro comunicazione non verbale.
Rafforzare o modificare ciò che viene detto a parole
Ad esempio, le persone possono annuire vigorosamente con la testa quando dicono “Sì” per sottolineare che sono d’accordo con l’interlocutore o con l’argomento trattato. Se la risposta alla domanda “Come stai?” è rappresentata con una scrollata di spalle e accompagnata da un’espressione non verbale triste riferendo a parole “Sto bene, grazie” possono effettivamente suggerire che le cose non vanno per niente bene!
Fornisci feedback all’altra persona
Sorrisi e cenni dicono a qualcuno che stai ascoltando e che sei d’accordo con quello che stanno dicendo. Movimenti e gesti delle mani possono indicare che desideri parlare. Questi segnali sottili forniscono informazioni in modo chiaro.
Definire o rafforzare la relazione tra le persone
In genere, le coppie durante un colloquio tendono a rispecchiarsi reciprocamente. Tengono le mani in posizioni simili, sorridono nello stesso momento (eco posturale). Questi e altri comportamenti rafforzano la loro relazione: si basano sul loro rapporto e li aiutano a sentirsi più connessi.
La comunicazione non verbale può anche essere sia conscia che inconscia
Le espressioni facciali e lo sguardo sono particolarmente difficili da controllare, perché alcuni muscoli del viso e attorno agli occhi si attivano involontariamente. Pertanto, possiamo complicare la comunicazione provando a trasmettere un messaggio consapevolmente, mentre in realtà ne trasmettiamo un altro inconsciamente.
La comunicazione non verbale è multiforme
La comunicazione interpersonale è ulteriormente resa complessa dal fatto che, di solito, non è possibile interpretare un solo gesto o una sola espressione in modo accurato. La comunicazione non verbale deve essere contemplata e compresa dall’esame di un insieme completo di espressioni, movimenti di mani e occhi, posture e gesti che devono essere interpretati insieme al linguaggio (comunicazione verbale).