Una diagnosi di disturbo d’ansia sociale non può essere fatta con test di laboratorio o esame fisico. Come per tutti i disturbi mentali, il professionista della salute mentale farà riferimento al Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali (DSM), pubblicato dall’American Psychiatric Association (APA), attualmente, nella sua quinta edizione, che viene comunemente indicato come DSM-5 o DSM-V.
Il processo di diagnosi inizia con una valutazione pregressa della salute mentale del paziente e uno o più colloqui per valutare le percezioni e le esperienze della persona.
Per quanto riguarda il DAS, lo scopo della valutazione è quello di determinare l’intensità della paura percepita che condiziona il regolare svolgimento delle attività quotidiane della persona, il rendimento scolastico, il lavoro e le relazioni sociali e personali.
Ecco alcune delle caratteristiche chiave delineate nel DSM-5:
• La persona avrà una paura significativa e persistente prima e durante le attività sociali (indipendentemente dal tipo di prestazione svolta) e sarà intensamente condizionata dall’imbarazzo di provare un forte sentimento di umiliazione;
• Ci saranno quasi sempre sintomi fisici di ansia o attacchi di panico;
• Il soggetto riconoscerà che la paura è irragionevole, ma non sarà in grado di fermarla;
• Chi ne soffre eviterà le situazioni temute o le sopporterà con preoccupazione e intensa ansia;
• I sintomi persisteranno per almeno sei mesi.
Per effettuare una diagnosi definitiva, il professionista della salute mentale dovrebbe escludere tutte le altre possibili cause di questi sintomi, inclusi i farmaci, l’abuso di sostanze, i disturbi neurologici (come il morbo di Parkinson o la demenza) e altre condizioni mentali (come il disturbo bipolare o la schizofrenia). È anche essenziale differenziare il DAS da altri disturbi d’ansia come il disturbo di panico.
In alcuni casi, il DAS può coesistere con altre condizioni mentali tra cui depressione, disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) e disturbo da stress post-traumatico (PTSD).
Il Disturbo d’ansia sociale, di solito, inizia in adolescenza, più raramente durante l’infanzia.
Mentre la causa esatta del disturbo non è nota, si ritiene che possa essere il risultato di una combinazione di fattori genetici e ambientali.
Gli squilibri nella chimica del cervello sono stati messi in relazione al DAS. Ad esempio, uno squilibrio nel neurotrasmettitore serotonina, una sostanza chimica del cervello che regola l’umore e le emozioni, può avere un ruolo nello sviluppo del disturbo in questione.
Anche l’eccesso di attività dell’amigdala è stata collegata al disturbo di ansia sociale.
Tuttavia, anche diversi fattori ambientali possono aumentare il rischio di sviluppare il DAS.
Questi possono essere:
• Avere un genitore eccessivamente protettivo e critico;
• Essere stati vittima di bullismo o ridicolizzati da bambini;
• Presenza di conflitti familiari o essere stati vittime di abusi sessuali;
• Temperamento timido.
Esempi di sintomi fisici:
• Arrossire spesso;
• Sudorazione abbondante;
• Tremore alla mani;
• Tensione muscolare;
• Tachicardia.
Esempi di sintomi comportamentali:
• Evitare le attività sociali;
• Avere vergogna di mangiare o bere in presenza di altre persone;
• Allontanarsi da situazioni che potenzialmente possono innescare la crisi e di evitare di guardare negli occhi le persone;
• Adottare comportamenti che infondono sicurezza.
Se sei preoccupato per il fatto che stai sperimentando gli effetti debilitanti del disturbo d’ansia sociale, parla con il tuo medico di famiglia e chiedi un colloquio ad un professionista della salute mentale qualificato nella tua zona, oppure online.
Prima dell’incontro, prendi nota di qualsiasi evento o esperienza che possa averti causato estremo disagio sociale, sia tra conoscenti, sia al lavoro, che nel pubblico in generale. Più informazioni riesci a fornire, più è probabile che la diagnosi possa essere corretta.
Ricorda che la sensazione di ansia e di nervosismo non sono un segno di debolezza o di inferiorità. Il DAS è una condizione medica che richiede attenzione. Se non trattata, può portare ad altri problemi di salute come all’abuso di sostanze o al rischio di depressione. Tuttavia, con un corretto trattamento psicologico la qualità della vita può migliorare notevolmente.
Oltre a richiedere una consulenza professionale, puoi anche praticare esercizi di rilassamento, training autogeno, riposare quando ne senti il bisogno e avere una dieta equilibrata.
Non fuggire dalle situazioni critiche, ma cerca di viverle con consapevolezza. L’evitamento può ridurre l’ansia nel breve termine, ma peggiorerà i problemi nel lungo periodo.
Nota Bene: La Psicologa Erika Salonia propone argomenti di pertinenza psicologica, con l’obiettivo di sensibilizzare i lettori alla cultura della salute mentale, per promuovere il cambiamento e il benessere psicofisico, migliorare la qualità della vita, stimolare le risorse delle persone e dei contesti e, soprattutto, per impedire che il disagio divenga malattia.
Gli articoli pubblicati in nessun caso possono costituire la prescrizione di un trattamento o sostituire la visita specialistica o il confronto diretto con il proprio medico.
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