La persona traumatizzata trova sollievo semplicemente nell’imparare il vero nome della sua condizione. Non più imprigionata nel mondo senza parole del trauma, scopre che vi è un linguaggio per la sua esperienza. Scopre che lei non è sola; altri hanno sofferto in modo simile. Scopre inoltre che lei non è pazza; le sindromi traumatiche sono normali risposte umane alle circostanze estreme. E scopre, infine, che non è destinata a soffrire di questa condizione a tempo indeterminato; può aspettarsi di recuperare, come altri hanno recuperato.
Judith Lewis Herman
EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari)
La terapia è riconosciuta (metodo evidence based) per il trattamento dei disturbi post traumatici, approvato, tra gli altri, dall’American Psychological Association (1998-2002), dall’American Psychiatric Association (2004), dall’International Society for Traumatic Stress Studies (2010) e dal nostro Ministero della Salute nel 2003. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nell’agosto del 2013, ha riconosciuto l’EMDR come trattamento efficace per la cura del trauma e dei disturbi ad esso correlati.
L’EMDR è una psicoterapia integrativa basata sull’evidenza per il Disturbo Post-traumatico da Stress (PTSD) e per altri disturbi psichiatrici, problemi di salute mentale e sintomi somatici.
A seguito di un evento stressante, oltre a sviluppare il PTSD, si possono manifestare anche SINTOMI DISSOCIATIVI di DEPERSONALIZZAZIONE (sentirsi distaccati dai propri processi mentali come se si fosse un osservatore esterno al proprio corpo) e DEREALIZZAZIONE (persistenti o ricorrenti esperienze di irrealtà dell’ambiente circostante).
Il modello su cui si basa l’EMDR, Adaptive Information Processing (AIP), postula che gran parte della psicopatologia è dovuta alla codifica disadattativa e /o all’elaborazione incompleta di esperienze di vita avverse traumatiche o disturbanti. Ciò compromette la capacità del soggetto di integrare queste esperienze in modo adattivo.
La terapia EMDR consente la ripresa della normale elaborazione e integrazione delle informazioni. In particolare, l’EMDR affronta le questioni che coinvolgono il passato, il presente e il futuro prendendo di mira le esperienze passate, i fattori scatenanti attuali e le potenziali sfide future.
I risultati consistono nell’alleviare i sintomi presenti, nella diminuzione o l’eliminazione del disagio dalla memoria disturbante, in una migliore visione del sé, nel sollievo dai disturbi del corpo e nella risoluzione dei fattori scatenanti presenti e futuri previsti.
La terapia EMDR viene utilizzata anche per trattare, con risultati davvero positivi:
• depressione;
• disturbi dell’umore;
• ansia;
• dipendenze da internet e da sostanze;
• fobie;
• traumi infantili;
• trauma medico;
• sintomi medici inspiegabili;
• problemi di autostima e fiducia;
• disturbo ossessivo-compulsivo;
• emicrania;
• ansia da prestazione;
• ricordi inquietanti;
• dolore;
• disturbi dissociativi;
• disturbi dismorfici del corpo;
• incubi.
La teoria alla base dell’EMDR è che i ricordi traumatici apportano cambiamenti nel cervello. Questi cambiamenti impediscono alla mente di elaborare correttamente le informazioni, il che provoca ansia e pensieri intrusivi.
Gli esperti ritengono che ricordare gli eventi traumatici mentre si eseguono rapidi movimenti oculari consenta al cervello di elaborare correttamente questi ricordi e integrarli nella storia della vita della persona.
Inoltre, diversi studi dimostrano che l’efficacia dell’Emdr, tramite la remissione dei sintomi e la risoluzione clinica vengano confermati dai cambiamenti dal punto di vista neurobiologico.
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